Quando un amico ti tradisce è come se subisse violenza la tua anima.
[Massimo Gramellini, Io non ti salvo, Il Corriere della Sera, 28 marzo 2019.]
Quando un amico ti tradisce è come se subisse violenza la tua anima.
[Massimo Gramellini, Io non ti salvo, Il Corriere della Sera, 28 marzo 2019.]
Una volta, quando in famiglia ci si riuniva per conversare, l’argomento “sesso” era tabù. Era rigorosamente evitato e se a qualcuno capitava di fare qualche allusione, uno sguardo torvo lanciato all’indirizzo dell’imprudente lo azzittiva immediatamente. Solo tra adulti, sottovoce, si raccontavano pettegolezzi piccanti, corna e via dicendo.
Nelle famiglie odierne, invece, si discute tranquillamente di rapporti protetti, del pericolo AIDS, di gravidanze indesiderate. Corna, rapporti plurimi, scambi di coppia, rapporti precoci, vengono considerati cosa ordinaria. E se qualche anziano prova a manifestare il suo dissenso, viene immediatamente zittito.
Anche questo è un segno dell’evoluzione dei tempi.
…ci si scopre persino un po’ filosofi. C’è sempre qualcosa di cattivo in ciò che appare buono, e viceversa. Tanto vale prendere la vita senza giudicarla, per non sottrarre energie all’unica cosa che ci è concesso fare. Viverla.
[Massimo Gramellini]
Neppure il tiranno più spietato riuscirebbe a convincere tutti i cittadini alle fatiche che invece compiono volontariamente, nella prospettiva di realizzare i propri fini lavorando per quelli degli altri.
[Bernard Mandeville]
<<Non ho pazienza per alcune cose, non perché sia diventata arrogante, semplicemente perché sono arrivata a un punto della mia vita, in cui non mi piace più perdere tempo con ciò che mi dispiace o ferisce. Non ho pazienza per il cinismo, Continua a leggere “Col senno di poi”
Ricordo che quando ero in servizio attivo, per far capire agli studenti l’importanza, nell’ambito di un processo comunicativo, sia scritto che orale, di non perdersi in fronzoli ma di andare dritti all’essenziale, un giorno raccontai una storiella che circolava qualche anno prima…
Un docente di lettere dopo aver corretto il tema di un alunno, aveva scritto il seguente giudizio: <<Diarrea di parole, stitichezza di contenuti.>>
Laconico e performante non c’è che dire.
Qualche giorno dopo, un alunno mi disse: <<Prof, grazie a voi ieri sera ho fatto un figurone. Seduti davanti al bar c’erano dei vecchietti che conversavano. Uno di essi stava raccontando una storia in cui era stato coinvolto. La cosa andava avanti da un bel po’, quando io, intromettendomi, dissi: <<Diarrea di parole, stitichezza di contenuti.>> <<Dovete credermi prof, restò a bocca aperta e non riuscì a profferire parola…. Grazie a voi ho fatto un figurone!>>
Ho notato che quando da giovani si scambiano “quattro chiacchiere” tra amici, la tendenza è all’inciucio – termine dialettale che significa pettegolezzo, intrigo, maneggio – una volta avanti negli anni il discorso verte quasi esclusivamente sui malanni che ci affliggono, le malattie, gli incubi notturni; ci si focalizza sulle inefficienze del sistema sanitario, sulla lungaggine delle liste di attesa per fare analisi strumentali e visite specialistiche, per ricoveri ospedalieri… Ognuno racconta la propria esperienza. Si cerca conforto nella condivisione… come dire: mal comune mezzo gaudio! Ovviamente si fa per dire… ricordo, infatti, che da ragazzo, mentre una domenica pomeriggio della stagione estiva, ero seduto davanti al bar a “cazzeggiare”, accanto a me c‘era un vecchietto che si lamentava perché afflitto da un intollerabile mal di denti. Essendo che anch’io ero angustiato dallo stesso problema, gli dissi: <<Consolatevi, anch’io sto soffrendo come voi!>> Mi guardò torvo dicendo: <<Che cazzo me ne fotte se pure tu hai il mal di denti. So solo che sto soffrendo come un cane!>>
Il filosofo Umberto Galimberti, in un suo libro*, partendo dal dato statistico che in Italia ogni giorno due giovani si tolgono la vita e altri dieci tentano di farlo, sottolinea che ci provano più le ragazze, ma che sono più determinati i ragazzi. Nell’adulto, asserisce lo studioso, la partita si gioca tra ciò che si è e la paura di perderlo; per gli adolescenti, invece, l’alternativa è tra il non sapere quello che si è e la paura di non riuscire Continua a leggere “Adolescenti: “stranieri nella propria vita””