Troviamo il tempo per sognare
il tempo per lo studio
il tempo per l’amore
il tempo per soffrire
il tempo per la speranza
il tempo per agire
il tempo per…
eppure non troviamo il tempo di vivere.
Luigi Lavorgna
Troviamo il tempo per sognare
il tempo per lo studio
il tempo per l’amore
il tempo per soffrire
il tempo per la speranza
il tempo per agire
il tempo per…
eppure non troviamo il tempo di vivere.
Luigi Lavorgna
A colei che è stata ed è il sole che illumina il mio cammino: Grazie di esserci.
Luigi Lavorgna
Crescendo si impara che i numeri servono solo a scadenziare il tempo,
che i compleanni si ripetono come gli errori e che i caffè non sono mai troppi.
Crescendo, si agisce più ponderatamente
e ci si distrugge più saggiamente; si ragiona per convenienze e si vive di dipendenze
Si impara persino a conoscere sé stessi, vedendo ciò che non avremmo voluto vedere
Si impara che il nostro peggior nemico siamo noi stessi,
che la maggior parte delle relazioni sono ad effetto placebo e che le persone non cambiano, mai.
Ci si illude di potersi migliorare, ignari che fra anni faremo errori migliori; attorcigliati nei vecchi disagi, preambolo di nuovi disastri
Consapevolmente gli adulti faticano a ravvedersi, d’altronde è più facile perseverare in un errore già noto, che in un’ignota miglioria.
Il conosciuto sembra sempre più amichevole … un po’ come i “false friends” della lingua inglese, sembrano ciò…
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flickr – Carlo Raso
Il funerale del filosofo napoletano Giambattista Vico fu molto tormentato, così come lo era stata tutta la sua vita, quasi una grottesca metafora dei suoi corsi e ricorsi storici. Ricordo che per lui l’uso della sepoltura dei morti, insieme al concetto di religione e allo strumento del matrimonio, è uno delle tre istituzioni civili che fanno uscire l’essere umano dalla condizione della bestia.
Il giorno in cui morì, a fine gennaio 1744, il figlio Gennaro, che gli era stato vicino negli ultimi momenti, prese in mano la situazione. Gennaro era stato definito dal padre “puer ingeniosus”: conosceva il latino e appena ventenne coadiuvava il padre malato e stanco nell’insegnamento per poi diventare lui stesso, nel 1742, titolare della cattedra di Retorica.
Per le incombenze funerarie Gennaro si rivolse alla Confraternita di Santa Sofia, alla quale Vico era iscritto versando per anni i contributi per…
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<<… l’amore è una promessa, non una garanzia: l’idea romantica dell’amore ci ha illuso che sia una garanzia. L’amore vero invece festeggia la trasformazione della vita, passo dopo passo, in un cammino di scoperta di se stessi attraverso l’altro e insieme all’altro, e non a causa dell’altro. L’amore vero è una storia, l’amore romantico il sogno di una storia.
Alla tentazione romantica si oppone quella cinica, che porta ad amare l’altro non per quello che è, ma per quello che ha, qualità fisiche o spirituali riscontrabili con il passare del tempo in altre persone, con conseguente durata a scadenza. L’amore vero è una storia, quello cinico una barzelletta che non fa neanche ridere.
L’amore romantico si confonde con gli stati emotivi e fa dell’altro un dio del proprio benessere, caricandolo di aspettative impossibili da soddisfare. L’amore cinico si confonde con l’attrazione temporanea per le qualità dell’altro, e fa di lui un servo del nostro ego, uno strumento della nostra soddisfazione e sicurezza. Ogni volta che decidiamo di amare così, in realtà stiamo praticando il disamore, condanniamo l’amore a morire sovvertendolo nel suo fondamento: anziché guardare l’altro in volto, lo costringiamo narcisisticamente a reggere uno specchio che ci rimanda la nostra immagine.>>
[Alessandro D’Avenia – Ogni storia è una storia d’amore – Mondadori]
<<Il passato non si può cambiare, e il presente non è altro che vuoto e rimpianto; è solo nei giorni a venire che l’uomo può cercare consolazione, quando il ricordo sarà spento.>>
[Estrapolato dalla decima punta della quarta stagione della serie televisiva “Spartacus”]
Breve la stagione del nostro amore
troppo breve.
Nello spazio di una sola estate
è sbocciato
vissuto
finito.
Luigi Lavorgna
Forse è per il mio vissuto. Forse è per la condizione che mi trovo a vivere ogni giorno da quando ero piccola. Forse è per il mio carattere. Sta di fatto che mi sono sempre sentita diversa dagli altri, non solo fisicamente, ma soprattutto moralmente. In qualunque posto mi trovi, vorrei essere altrove, perché non riesco a trovare la mia dimensione nel mondo. E più vado avanti con gli anni, più mi accorgo di essere serena soltanto nella mia solitudine o con poche altre persone che non mi fanno sentire a disagio. Con il resto del mondo percepisco proprio di non esserne capace. È come se il mio corpo fosse immerso in una bolla di sapone, osservando il mondo dall’esterno. Mi sento di un altro pianeta, sento il mio cervello andare da tutt’altra parte rispetto alla massa, soprattutto in questo periodo, dove dopo le importanti restrizioni imposte dal Coronavirus la…
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Come in un film
rivedo
gli anni dell’adolescenza
i turbamenti
la voglia di spaccare il mondo
i pianti improvvisi
le brevi esaltazioni
i sogni arditi
le speranze
le ribellioni
la rabbia improvvisa
promesse e i giuramenti mai onorati.
Solo contro tutti
la voglia di andare controcorrente.
di sfidare il mondo
di scappare lontano
di combattere iniquità e ingiustizie.
Le prime delusioni d’amore
le ferite dell’anima difficili da cicatrizzare
la ricerca dell’amore cantato dai poeti
gli abbagli
l’alternanza degli stati d’animo
la persistenza…
poi
all’improvviso
una sera
venne l’amore per me.
Luigi Lavorgna
Mi hai insegnato a camminare
guidandomi con mano sicura.
Le mie battaglie sono state le tue,
solidale,
nella sconfitta mi hai teso la mano,
nella vittoria hai condiviso la gioia.
Mi hai rubato cuore ed anima
per fonderli con il tuo cuore e la tua anima.
Ero morto e mi hai ridato la vita.
Luigi Lavorgna