Ci sono stazioni che non smetteremo mai di attraversare ed errori che non smetteremo mai di commettere

Soffio di respiri

Crescendo si impara che i numeri servono solo a scadenziare il tempo,
che i compleanni si ripetono come gli errori e che i caffè non sono mai troppi.

Crescendo, si agisce più ponderatamente
e ci si distrugge più saggiamente; si ragiona per convenienze e si vive di dipendenze

Si impara persino a conoscere sé stessi, vedendo ciò che non avremmo voluto vedere

Si impara che il nostro peggior nemico siamo noi stessi,
che la maggior parte delle relazioni sono ad effetto placebo e che le persone non cambiano, mai.

Ci si illude di potersi migliorare, ignari che fra anni faremo errori migliori; attorcigliati nei vecchi disagi, preambolo di nuovi disastri

Consapevolmente gli adulti faticano a ravvedersi, d’altronde è più facile perseverare in un errore già noto, che in un’ignota miglioria.

Il conosciuto sembra sempre più amichevole … un po’ come i “false friends” della lingua inglese, sembrano ciò…

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Le spoglie di Giambattista Vico: corsi e ricorsi ③

words and music and stories

Statua flickr – Carlo Raso

Il funerale del filosofo napoletano Giambattista Vico fu molto tormentato, così come lo era stata tutta la sua vita, quasi una grottesca metafora dei suoi corsi e ricorsi storici. Ricordo che per lui l’uso della sepoltura dei morti, insieme al concetto di religione e allo strumento del matrimonio, è uno delle tre istituzioni civili che fanno uscire l’essere umano dalla condizione della bestia.

Il giorno in cui morì, a fine gennaio 1744, il figlio Gennaro, che gli era stato vicino negli ultimi momenti, prese in mano la situazione. Gennaro era stato definito dal padre “puer ingeniosus”: conosceva il latino e appena ventenne coadiuvava il padre malato e stanco nell’insegnamento per poi diventare lui stesso, nel 1742, titolare della cattedra di Retorica.

Per le incombenze funerarie Gennaro si rivolse alla Confraternita di Santa Sofia, alla quale Vico era iscritto versando per anni i contributi per…

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L’amore è una promessa

   <<… l’amore è una promessa, non una garanzia: l’idea romantica dell’amore ci ha illuso che sia una garanzia. L’amore vero invece festeggia la trasformazione della vita, passo dopo passo, in un cammino di scoperta di se stessi attraverso l’altro e insieme all’altro, e non a causa dell’altro. L’amore vero è una storia, l’amore romantico il sogno di una storia.

   Alla tentazione romantica si oppone quella cinica, che porta ad amare l’altro non per quello che è, ma per quello che ha, qualità fisiche o spirituali riscontrabili con il passare del tempo in altre persone, con conseguente durata a scadenza. L’amore vero è una storia, quello cinico una barzelletta che non fa neanche ridere.

   L’amore romantico si confonde con gli stati emotivi e fa dell’altro un dio del proprio benessere, caricandolo di aspettative impossibili da soddisfare. L’amore cinico si confonde con l’attrazione temporanea per le qualità dell’altro, e fa di lui un servo del nostro ego, uno strumento della nostra soddisfazione e sicurezza. Ogni volta che decidiamo di amare così, in realtà stiamo praticando il disamore, condanniamo l’amore a morire sovvertendolo nel suo fondamento: anziché guardare l’altro in volto, lo costringiamo narcisisticamente a reggere uno specchio che ci rimanda la nostra immagine.>>

[Alessandro D’Avenia – Ogni storia è una storia d’amore – Mondadori]

Essere se stessi

Laura Berardi

Forse è per il mio vissuto. Forse è per la condizione che mi trovo a vivere ogni giorno da quando ero piccola. Forse è per il mio carattere. Sta di fatto che mi sono sempre sentita diversa dagli altri, non solo fisicamente, ma soprattutto moralmente. In qualunque posto mi trovi, vorrei essere altrove, perché non riesco a trovare la mia dimensione nel mondo. E più vado avanti con gli anni, più mi accorgo di essere serena soltanto nella mia solitudine o con poche altre persone che non mi fanno sentire a disagio. Con il resto del mondo percepisco proprio di non esserne capace. È come se il mio corpo fosse immerso in una bolla di sapone, osservando il mondo dall’esterno. Mi sento di un altro pianeta, sento il mio cervello andare da tutt’altra parte rispetto alla massa, soprattutto in questo periodo, dove dopo le importanti restrizioni imposte dal Coronavirus la…

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E venne l’amore per me

Come in un film

rivedo

gli anni dell’adolescenza

i turbamenti

la voglia di spaccare il mondo

i pianti improvvisi

le brevi esaltazioni

i sogni arditi

le speranze

le ribellioni

la rabbia improvvisa

promesse e i giuramenti mai onorati.

Solo contro tutti

la voglia di andare controcorrente.

di sfidare il mondo

di scappare lontano

di combattere iniquità e ingiustizie.

Le prime delusioni d’amore

le ferite dell’anima difficili da cicatrizzare

la ricerca dell’amore cantato dai poeti

gli abbagli

l’alternanza degli stati d’animo

la persistenza…

poi

all’improvviso

una sera

venne l’amore per me.

 

Luigi Lavorgna

Mi hai insegnato a camminare

Mi hai insegnato a camminare

guidandomi con mano sicura.

Le mie battaglie sono state le tue,

solidale,

nella sconfitta mi hai teso la mano,

nella vittoria hai condiviso la gioia.

Mi hai rubato cuore ed anima

per fonderli con il tuo cuore e la tua anima.

Ero morto e mi hai ridato la vita.

 

Luigi Lavorgna