Per vivere bisogna fare scelte

Per vivere bisogna fare scelte e le scelte dipendono sempre dalle convinzioni che ci muovono, e quando non ne abbiamo perché abbiamo rinunciato a decidere per chi e cosa viviamo, finiamo con l’assorbire le «opinioni dominanti». Chi sceglie le «verità di maggioranza» spesso sceglie il potere non la verità, perché ci tranquillizza essere parte di qualcosa di più grande, avere una parte nel grande spettacolo.

[Alessandro D’Avenia, 47. Clarisse, Corriere della Sera, 28/09/2020]

L’illuminazione

“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?” domandò un allievo al suo Maestro. Il Maestro non gli rispose e gli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.

L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica. Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume, non riusciva a fare nemmeno un passo verso il Maestro che non ne rimaneva neanche una goccia. Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.

Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito.”

“No”, rispose il vecchio sorridendo, “tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito.

“Quando leggi dei libri, “continuò il vecchio Maestro, “tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume. Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”.

[dal Web]

Sto prete è un mito

Ecco l’avviso di un prete, posto presumibilmente all’entrata di una chiesa:

<<Quando entrate in questa Chiesa può essere che sentiate la chiamata di Dio. Tuttavia è improbabile che vi chiami al cellulare. Vi siamo grati se spegnete i telefonini. Se volete parlare con Dio entrate, trovate un posto tranquillo e parlategli. Se invece volete vederlo inviategli un messaggio col telefonino mentre state guidando.>>

[dal Web]

Botta e risposta

Tizia

Avete notato che un’enorme parte di persone vive senza mai porsi una domanda esistenziale?

Tra loro ci sono buoni e cattivi, intelligenti (ingegneristicamente o imprenditorialmente) e stupidi, còlti, coltissimi, ignoranti, poeti, scrittori, operai, vagabondi e persino tanti filosofi?

Intendo dire persone che prendono per sacrosanto solo ciò che vedono o leggono o viene visto in TV o studiano. E non si chiedono mai chi siamo davvero, non elaborano una propria visione. Non hanno comportamenti etici, ma semmai usano una “etica main stream”

Non so se mi sono spiegata.

A me tutto questo soffoca un po’.

Molti leggono, scrivono e parlano di filosofia e di spiritualità, ma poi li conosci ed il loro comportamento è molto lontano da ciò che dicono e scrivono.

Sempronia

Vivono meglio

Tizia

Non credo proprio. Sono già morti dentro. Non possono gioire della conoscenza, dei sentimenti e di tutto ciò che è squisitamente umano.

Sempronia

Ma se non sentono il bisogno di conoscere non soffrono.

La gioia (come appagamento) la avverti quando mossa da un bisogno cerchi di soddisfarlo.

Tizia

Perdonami ma non è così. Questo è il meccanismo della nostra parte animale, riguarda i bisogni primari e nemmeno del tutto. Ci sono bisogni misteriosi che solo la conoscenza approfondita di te stesso può far scoprire. La gioia grande nasce dalla meraviglia, dalla scoperta, dalla relazione sempre nuova con il mondo e gli altri esseri umani, con la crescita persone. Queste persone sono felici di vivere come cani.

Caia

Ma tu chi sei per sparare giudizi di questa pesantezza?

Se realmente fossi sveglia e consapevole, come tu credi di essere, proveresti solo compassione per queste persone.

Alcuni si svegliano e alcuni no. Fatene una ragione. Concentrarti sul tuo completo risveglio e lascia stare i giudizi universali a chi di dovere.

Tizia

Se non ti piacciono le mie considerazioni passa oltre. Avrò ben il diritto sul mio profilo di esprimere ciò che penso. Io non vengo sul tuo profilo a dirti cosa devi mettere o pensare.

Sempronia

Io non provo compassione…quasi invidia.

Vivono meglio e in modo più semplice.

Vivono di pensieri semplici e non per questo superficiali.

Ognuno è a sé.

Non sta a noi dire chi è migliore o no.

Caia

Nn vado oltre. Sembra k parliamo di cose differenti. Nn si tratta di comprendere concetti filosofici di Platone, si tratta di prendere atto della nostra realtà. La nostra civiltà si fonda e si sviluppa sulla perpetua distruzione del pianeta e del prossimo. E qui si provo compassione per chi non lo vuol vedere.

Guarda k la libertà non ti autorizza chiamare “cani” chi non vede ciò k tu vedi.

Trovo un abuso alla libertà usare internet a offendere persone diverse da te.

Tutto qua.

Le considerazioni non devono comprendere offese, altrimenti nn saranno più semplice considerazioni. E chi non ha il coraggio di prendersi la responsabilità delle proprie parole nn le pubblica.

Ciò k è pubblico, appunto è pubblico, quindi chiunque ha il diritto di notare alcuni abusi.

Tizia

Non è un’offesa, se avessi letto con attenzione e senza pregiudizi. È un’espressione per definire chi si accontenta di soddisfare i bisogni primari, come un’animale. Mangiare, bere, fare sesso, dormire, vestirsi. Non si preoccupa di migliorare sé stesso. Se ti sei sentita chiamata in causa, si vede che ho colto nel vivo.

Sono stanca di sentire gente, non tu ovvio, fare le peggiori cose e poi non vuole essere giudicata. Troppo comodo. Siamo responsabili di quello che facciamo e siamo e suscettibili del giudizio altrui. Se siamo innocenti, onesti e corretti, nessun giudizio ci potrà fare male. Male non fare, paura non avere.

Sempronia

Mi sembrava di vederla allo stesso modo …

Più o meno

Di conseguenza non mi sembra che tu sia da meno nei giudizi…pardon

Caia

Non devi per forza capirlo…. In effetti non lo capisci.

Tizia

Poi sei quella che non dà giudizi. Mi dici che non capisco niente e solo tu capisci e hai la verità in tasca.

Vedi che anche tu affermi cose che poi non pratichi nel tuo comportamento. Chi fa come te parla di aria fritta. Se quello che si dice non diventa esempio di vita.

Caia

La mia compassione è reale non ironica. Provo reale compassione. Tranquilla nn era un giudizio, piuttosto un chiarimento. Cmq ora stiamo cadendo nella retorica. Non ne vale la pena

✌️&❤️ ammiro le pers semplici così come le hai illustrate. Ma poi ve ne sono anche altre categorie, quelle k realmente vivono nell ilusione più totale. Come i politici, i big boss industriali etc etc etc. Sono tutte pers k indirettamente ci stanno bruciando vivi e ci stanno trasmettendo il NN AMORE verso ogni cosa. Ecco per queste persone provo compassione. E sono proprio quelle k fondamentalmente come agiscono solo x soddisfare i bisogni primari, per rimanerci nel tema citato dall autrice del post.

Quindi nn giudico nessuno, però questo mondo appartiene anche a me e a te. Nn credi?

Provo compassione x chi ci guida in un modo così catastrofale.

Per le pers semplici come te provo solo ammirazione profonda.

Caia

Non capisci ciò che dico. Questo nn vuol dire k nn capisci niente. Xk ti sottovaluti?

Vedi tu cara l’esempio e chiaro ma nn lo vuoi ammettere. Nn offendere e basta. Capisci questo?

Ti ho offesa? Ti ho giudicata? No. Ti ho invitata a riflettere. Xk ti accendi?

Usare certe parole nn è conveniente perché si perde la bellezza del tuo concetto. Rilassati la vita è cmq bella anche con la gente k vive come i “CANI”.

Tizia

Se mi permetti per me no. Vivere come cani deturpa la parte più bella, la nostra umanità. Mi concederai di non pensarla come te? Oppure tutti la devono pensare come te? Non ti accorgi che non solo giudichi le idee, ma anche le persone. Non osservi te stessa mentre contraddici nel comportamento le tue stesse idee. Poi invece di rispondere nel merito, cioè dire perché ciò che dico non ti trova d’accordo, non fai altro che denigrare la mia persona. Non mi posso permettere di avere le idee che ho, per te pesanti, non capisco, capisci solo tu. Vuoi farmi da maestra di vita, e mi dici di rilassarmi e che mi sottovaluto. Ma chi ti credi di essere? Io non mi sono mai permessa di comportarmi come te e mi fai pure la morale. Limitati a discutere sulle idee.

Caia

Pensala come vuoi senza offendere nessuno.

Tizia

Certo che la penso come voglio, come tutte le persone ne hanno diritto. Non offendo nessuno. Sei tu che ti senti offesa perché non la penso come te. Oppure ti senti tra quelli che si limitano a soddisfare i bisogni primari e hai la coda di paglia. Io sono convinta del mio pensiero e non mi disturba che altri non lo condividano, anzi sono curiosa delle idee diverse dalla mia. Io lo propongo come stimolo alla riflessione. E tu sei stata iperstimolata.

Tipa

Usano molto il cervello ma sono senza anima. Ed è difficile da spiegare poiché si sente e basta.

Tizia

Un cervello senza anima vale ben poco.

Caia

Si. Ecco perché mai giudicare. Perché un’anima non giudica, è il cervello a iniziare l’inquisizione. Continua il tuo risveglio. Fatene una ragione. Accetta tutto. Forse è la parte più difficile del risveglio

Tizia

Non sono d’accordo, ma rispetto il tuo punto di vista.

Caia

Hah hahaha Hai modificato il testo iniziale… ❤️🙏✌️ Nn ci posso credere. Cmq va molto meglio ora..

Tizia

Sogni!? Non ho modificato assolutamente il testo del post. Forse lo hai letto con più attenzione.

Buonanotte, domani mi alzo presto.

[dal WEB]

La storia dello scemo di paese

In un paesino un gruppo di persone si divertiva con un uomo noto come lo “scemo del paese”, un povero cristo che viveva svolgendo piccoli lavori e di elemosina.

Ogni giorno queste persone incontrando lo “scemo” al bar si divertivano dandogli la possibilità di scegliere tra due monete da 1 e 2 euro e una banconota da 5 euro e lui puntualmente sceglieva sempre le due monete anziché la banconota, e ciò è inutile dirlo era motivo di derisione.

Un giorno, un signore che guardava il gruppo divertirsi alle spalle del povero uomo, lo chiamò in disparte e gli fece notare che è vero che prendeva due monete ma che le stesse insieme valevano meno della singola banconota, a questo punto lo “scemo” rispose: “Signore lo so bene, non sono così scemo. La banconota vale due euro in più, ma il giorno in cui la sceglierò, il gioco finirà e non “vincerò” più le 3 euro al giorno.”

Questa storia finisce così ma non prima di aver tratto alcune conclusioni:

1) Chi sembra fesso, non sempre lo è;

2) Coloro che presumono di essere più intelligenti, spesso sono i fessi della situazione;

3) Un’ambizione smisurata può finire per tagliare una fonte di reddito sicura.

Ma la conclusione più interessante che possiamo trarre da questa storia è che ciò che conta non è quello che gli altri pensano di te, ma quello che tu pensi di te stesso, perché guardate il vero intelligente non è colui che sembra esserlo ma colui che lo dimostra.

Meditate gente…

[Dal web]

Il corpo post moderno

La condizione consumistica rende obbligatorio che il corpo sia aperto al massimo al potenziale di esperienze sempre più ricche contenuto in questi stimoli. Così la forma fisica è misurata dalla capacita del corpo di assimilare le sollecitazioni. (…) collezioni di ricette sempre più raffinate, esotiche, esclusive, pretenziose. Promesse di delizie mai provate per le papille gustative, vette inedite di estasi per gli occhi, il naso e il palato. Accanto a loro, come ombre inseparabili, i libri sulle diete, ricette serissime per l’addestramento e il sacrificio di sé. La stessa capacità di sperimentare sensazioni straordinarie rende in primo luogo obbligatoria l’autoflagellazione.

La pratica post-moderna dell’esercizio fisico dà luogo a una costruzione in stile gotico, fatta solo di eccessi e tenuta assieme soltanto da un equilibrio delle spinte e delle tensioni che tendono a distruggerla. Poiché il contraddittorio ideale della forma fisica non potrà mai essere realizzato (per non parlare dell’impossibile sogno di vincere la morte, di cui il ” tenersi in forma” è la versione, o il travestimento post moderno), nessuna campagna sarà mai capace di ottenere risultati definitivi.

L’unico risultato durature delle campagne precedenti contro la nocività reclamizzata di determinati cibi è l’aumento della velocità a cui gira la fabbrica dei nuovi veleni e i continui miracoli di ingegnosità dei fornitori di antidoti, in attesa a loro volta di venire smascherati come veleni travestiti (…)

[Z. Bauman, La morale senza etica del nostro tempo]

Il dinosauro

Il dinosauro è un uomo maturo, che conosce da vicino il significato della cultura, ed è consapevole che il futuro dipenderà da come essa sarà accolta dalle nuove generazioni, sempre piú distanti dal passato, e sempre piú tentate da un progresso tecnologico, apparente dispensatore di tutte le risposte attraverso le quali il mondo moderno ci sfida. Un progresso apparentemente senza confini, che sembra davvero voler rispondere a tutti gli interrogativi che la realtà ci mette davanti. Ma che il piú delle volte confonde l’apparenza con la realtà. [Alcide Paolini] https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2010/06/30/NZ_08_SPEA7.html

Una scuola ridotta a intrattenimento mattutino

Una scuola ridotta a intrattenimento mattutino, contenitore asettico di vite, distributore di pillole per cervelli senza corpo e futuro, non è un vivaio di vocazioni ma di frustrazioni. «La scuola deve educare al pensiero critico»: lo avrete sentito dire sino alla nausea. Ma se «critico» non significa rendere capaci di trovare l’essenziale, la scuola educa solo al pensiero caotico e manipolabile.

[Alessandro D’Avenia – Crisi di nervi – Corriere della Sera – 14 settembre 2020]