NON BERE MENTRE GUIDI

La Rete è come la Rai, ti offre “di tutto di più”. È un immenso crogiuolo contenente cose egregie, immondizia, riflessioni, storie edificanti e storie aberranti…

Stamattina un post su Facebook ha catturato la mia attenzione… cito integralmente.

Camminavo dentro un centro commerciale, quando ho visto un cassiere che parlava con un bambino, avrà avuto 5 o 6 anni …

Il cassiere disse: “Mi dispiace, ma non hai abbastanza soldi per comprare questa bambola. Poi il bambino si rivolse al cassiere e chiese: sei sicuro che non ho abbastanza soldi? “

Il cassiere contò ancora una volta il suo denaro e rispose: “Lo sai che non hai abbastanza soldi per comprare la bambola” Il bambino aveva ancora in mano la bambola.

Alla fine, mi incamminai verso di lui e gli chiesi a chi voleva dare questa bambola. “È la bambola che mia sorella amava di più e voleva tanto. Volevo regalarla per il suo compleanno.

Devo dare la bambola alla mia mamma in modo che possa darla a mia sorella quando andrà là. ” I suoi occhi erano così tristi mentre diceva questo. “Mia sorella è andata a stare con Dio… Papà dice che anche la mamma vedrà Dio molto presto, così ho pensato che potesse portare con sé la bambola per darla a mia sorella …”

Il mio cuore si è quasi fermato. Il ragazzino mi guardò e disse: “Ho detto a papà di dire alla mamma di non andare ancora. Ho bisogno che lei aspetti finché non torno dal centro commerciale. ” Poi mi ha mostrato una foto molto bella di lui dove stava ridendo. Poi mi ha detto “Voglio che la mamma mi porti la mia foto così mia sorella non mi dimenticherà”. ‘Amo la mia mamma e vorrei che non dovesse lasciarmi, ma papà dice che deve andare a stare con la mia sorellina.’ Poi guardò di nuovo la bambola con gli occhi tristi, molto tranquillamente.

Ho rapidamente raggiunto il mio portafoglio e ho detto al bambino. “Supponiamo che controlliamo di nuovo, nel caso avessi abbastanza soldi per la bambola?”

“OK”, disse, “spero di averne abbastanza”. Ho aggiunto alcuni dei miei soldi a lui senza che lui lo vedesse e abbiamo iniziato a contarli. C’era abbastanza per la bambola e anche qualche soldo in più.

Il bambino disse: “Grazie a Dio per avermi dato abbastanza soldi!”

Poi mi guardò e aggiunse: “Ho chiesto la scorsa notte prima di andare a dormire a Dio per assicurarmi di avere abbastanza soldi per comprare questa bambola, così che la mamma potesse darla a mia sorella. Mi ha sentito! ” ‘Volevo anche avere abbastanza soldi per comprare una rosa bianca per la mia mamma, ma non osavo chiedere troppo a Dio. Ma mi ha dato abbastanza per comprare la bambola e una rosa bianca. La mia mamma ama le rose bianche. “

Poi sono uscito dal centro commerciale ma non riuscivo a togliermi dalla testa il bambino.

Poi, due giorni fa, mi sono ricordato di un articolo di un giornale locale che parlava di un ubriaco in un camion, che ha investito un’auto occupata da una giovane donna e una bambina. La bambina morì subito e la madre fu lasciata in uno stato critico. La famiglia dovette decidere se staccare la spina dalla macchina che sosteneva la vita, perché la giovane donna non sarebbe stata in grado di riprendersi dal coma. Era questa la famiglia del bambino?

Due giorni dopo questo incontro con il bambino, ho letto sul giornale che la giovane donna era morta. Non riuscivo a fermarmi quando comprai un mazzo di rose bianche e andai alle pompe funebri dove il corpo della giovane donna è stata esposta perché le persone potessero vedere e fare le ultime preghiere prima della sua sepoltura.

Era lì, nella sua bara, con in mano una bella rosa bianca con la foto del bambino e la bambola appoggiata sul suo petto. Con le lacrime agli occhi, ho sentito che la mia vita era cambiata per sempre …

L’amore che il bambino ha avuto per sua madre e sua sorella è ancora oggi difficile da immaginare. E in una frazione di secondo, un guidatore ubriaco gli aveva tolto tutto questo.

Per favore NON BERE MENTRE GUIDI

TE LO CHIEDO PER FAVORE.

Le tue azioni possono cambiare per sempre la tua vita

ma anche quella di qualcun altro che non centra nulla con i tuoi guai.

Confesso di essere stato emotivamente coinvolto… per qualche minuto ho avvertito un senso di vuoto e di smarrimento, poi quasi per reazione l’ho bollata come retorica, ovvero, “quell’atteggiamento dello scrivere o del parlare, o anche dell’agire, improntato a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni”.

Ho cercato di impegnarmi in altre cose, ma non riuscivo a concentrarmi, finché non ho deciso di postarla sul mio blog, nella convinzione che per chiudere quest’anno per certi versi poco amichevole, potrebbe indurci alla riflessione e produrre un effetto catartico.

Buon fine e principio d’anno; che il 2021 sia propizio a tutti.

Luigi Lavorgna

Una botta al cerchio e un’altra alla botte

Passeggiando lungo un viale un ragazzo incrocia una ragazza bionda e, forse per agganciarla, forse per fare lo spiritoso, esclama: <<Che bella bionda artificiale!>>

E lei, di rimando: <<Che bel cretino naturale!!>>

Stessa scena con interpreti diversi. Lui: <<Che bella ragazza!>>

<<Peccato che non possa dire altrettanto!>> ribatte prontamente lei.

E lui: <<Fai come me… dici una bugia!!>>

Camminare

scribastonato

Ho camminato sulla neve ghiacciata. Morbida sotto e ricoperta da un lieve strato di gelo, tipo la crema catalana o i marshmallow con la crosticina di cioccolato, quelli che si vendono sulle bancarelle al luna park ma scelgo sempre le cocacole e i coccodrilli gommosi a palate, come nei candy shop inglesi. E finisco per non assaggiarli mai, quei dolcini a forma di talpa. Che bello il gioco delle talpe da acchiappare, la prima volta l’ho visto in vacanza coi miei, a Londra, ero più piccola di Candy alla casa di Pony. Entriamo in questa sala giochi tutta luci e urla meccaniche, il Trocadero nel mio immaginario dà ancora punti a Disneyland; mi passano un grosso martello dall’aria simpatica e comincio a menare come un ferraio sulle povere teste delle talpozze che si alternano fuori dalle buche, lente e più veloci e non sai mai dove spunteranno, colpisco alla rinfusa…

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Il Disturbo da Accumulo

A piedi nudi nella Psiche

accumulo compulsivo

L’accumulo compulsivo è un disturbo ancora poco studiato, tradizionalmente era associato al disturbo ossessivo-compulsivo nelle forme più gravi e al disturbo ossessivo compulsivo di personalità in quelle più leggere.
Nel DSM V viene riconosciuto come un disturbo distinto, caratterizzato dalla persistente difficoltà a separarsi dalle proprie cose, indipendentemente dal loro valore. Questa difficoltà è espressione di un intenso bisogno di conservarle e di un forte disagio all’idea di liberarsene. Si può accumulare qualsiasi genere di cose, frequente è l’accumulo di giornali, riviste, vecchi vestiti, borse, libri.

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Recalcati – Salvate il dottor Freud. Difendere la psicoanalisi anche dagli psicoanalisti

RASSEGNA FLP: materiali da testate generaliste su Freud, Lacan, la psicoanalisi

Dopo il Manifesto di Repubblica, esce un libro firmato da Argentieri, Bolognini, Di Ciaccia e Zoja

di Massimo Recalcati, la Repubblica, 6 giugno 2013

Quando sulle pagine di questo giornale nel febbraio del 2012 appariva, grazie ad una iniziativa illuminata di Luciana Sica, un Manifesto in difesa della psicoanalisi sottoscritto da quattro autorevoli rappresentanti delle principali correnti storiche della psicoanalisi (Simona Argentieri, Stefano Bolognini, Antonio Di Ciaccia, Luigi Zoja), un vento di primavera sembrava prendere corpo. Finalmente gli psicoanalisti mostravano di saper fare squadra per difendere la loro disciplina di fronte alle critiche che le venivano mosse, in quella circostanza a partire dalla sua inaffidabilità scientifica e terapeutica nella cura dei bambini autistici.
Si trattava di una polemica feroce che era rimbalzata nel nostro paese dalla Francia. La psicoanalisi veniva schernita, ridotta a una specie di rituale superstizioso o a un ferro vecchio dell’Ottocento e i suoi maestri…

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Ieri vs oggi

Per chi come me è avanti negli anni, inevitabilmente capita nel corso della giornata di comparare passato e presente. Basta un gesto, un comportamento, una parola e immediatamente la mente parte per un viaggio a ritroso nel tempo.

Per me, fare un confronto tra il tempo andato e quello presente significa risalire agli anni della mia infanzia che rappresentano le mie radici profondamente radicate nel mondo rurale, un mondo del quale, come ho scritto nella presentazione del mio ultimo libro L’aratro e la falce, ricordo ancora “le lunghe serate d’inverno trascorse vicino al camino acceso, mentre si sgranocchiavano semi e bruscolini e i più grandi gustavano un bicchiere di vino… si avvertiva nell’aria una staticità quasi solenne, una sensazione di solidità e di certezze legate essenzialmente alla tradizione e ad eventi che ciclicamente si riproponevano”.

Quasi tutti i comportamenti che caratterizzano i cittadini di questo inizio del terzo millennio stridono con quelli di circa dieci lustri or sono. Se faccio un paragone tra il tempo del consumismo e quello della sobrietà e della frugalità che ha caratterizzato la mia fanciullezza noto un’inconciliabile frattura.

Ricordo, ad esempio, che quando finalmente nelle campagne arrivò la corrente elettrica, a casa ne facevamo un uso parsimonioso, per evitare che la bolletta gravasse troppo sul magro bilancio familiare. Io stesso stavo ben attento a chiudere l’interruttore all’occorrenza per evitare le ramanzine di mia madre. E quando vedo oggi che ci si dimentica di spegnere la luce o di chiudere il rubinetto dell’acqua calda nel bagno, che si lascia il frigorifero aperto per diversi minuti o si abbandona in un cassetto un telefonino perfettamente funzionante per acquistare l’ultima versione e via di questo passo, una stretta al cuore accompagnata da un senso di impotenza mi rattrista.

All’epoca, c’era rispetto per gli uomini e le cose. Tutto era fatto per durare nel tempo. I mobili, ad esempio, erano di legno, solidi, con un ciclo di vita incredibilmente lungo. Del resto basta pensare al mercato dell’antiquariato. I rapporti di amicizia erano sinceri e non finalizzati ad una momentanea alleanza in vista del raggiungimento di un traguardo e poi chi si è visto si è visto.

Il denaro veniva investito per acquistare cose necessarie e non per il gusto di spendere investendo cose per assecondare le mode del momento e di cui ci si stanca dopo qualche giorno.

Mi rendo conto che il cambiamento è nell’ordine delle cose e che mi piaccia o no, lo stato delle cose è destinato a modificarsi a prescindere, però che almeno mi sia permesso di sfogarmi di tanto in tanto!

Luigi Lavorgna

“Tutto chiaro… nessun dubbio!!”

Subito dopo la laurea partecipai ad un corso di formazione organizzato a Napoli a cura di un Patronato per l’assistenza dei lavoratori della durata di otto giorni. Terminato il corso, avrei svolto a mia volta la funzione di formatore nell’ambito di un progetto di più ampio respiro, coordinato dal medesimo patronato.

A metà corso cominciarono a circolare delle voci contrastanti tra i corsisti circa il nostro coinvolgimento nell’ambito del progetto. La direttrice del corso, venuta a conoscenza del chiacchiericcio, intervenne durante una seduta di studio per fare chiarezza.

Si aprì un dibattito che aumentava i dubbi anziché chiarirli. In particolare Francesco, unico ragazzo pugliese tra tutti campani, con un’inflessione dialettale tipica barese, cominciò a tartassare di domande e obiezioni la dirigente… “non capisco questo”, “non mi è chiaro quello”, “mi puoi spiegare quest’altro”… Lei, palesemente contrariata, per arginare quel fiume di parole, disse con durezza: <<Francesco non dimenticarti che sei ospite qui e se le cose non ti stanno bene così puoi anche andartene!>>

Il ragazzo sul momento rimase senza parole, poi disse con convinzione: <<Tutto chiaro… nessun dubbio!!>>

Luigi Lavorgna