Sully, la storia del pilota che atterrò sull’Hudson

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“Birds!”. Sono le 15:27 del 15 gennaio 2009. Un secondo dopo, una serie di colpi e tonfi e vibrazioni viene registrata dal CVR (cockpit voice recorder) dell’A 320 della US Airways, volo 1549. La voce è quella del comandante Chesley Sullenberger.

L’Airbus è decollato due minuti prima dall’aeroporto La Guardia di New York. Ha per destino Charlotte, North Carolina, e trasporta 150 passeggeri e cinque membri di equipaggio.
Si trova ad appena 2818 piedi di altezza (circa 850m) e sta sorvolando il Bronx quando si scontra con un denso stormo di uccelli. La velocità è di soli 214 nodi (400 km/h), bassa perché ancora in salita e appena partiti. Il sibilo di entrambi i motori decresce immediatamente, fino a quasi spegnersi. Entrambi sono danneggiati. Ed entrambi cessano di produrre la spinta necessaria al volo.

Dodici secondi dopo l’impatto, Sullenberger, che al decollo agiva come secondo ufficiale, riprende i comandi: “My…

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