Se vuoi una cosa prendila

“Se vuoi una cosa prendila” è una frase in cui mi imbatto frequentemente. In particolare sui social, una pletora di aforismi, consigli, citazioni, opinioni, ecc. fa l’occhiolino a quella che ormai è diventata una vera e propria massima. Manco fosse la sentenza di un oracolo!

Ovviamente, è lapalissiano che “se non vuoi non puoi” e, di conseguenza, “se vuoi puoi”. Posta in questi termini la questione sembra una passeggiata e spesso ci si illude che sia come bere un bicchier d’acqua, ma poi impattando con la realtà dobbiamo ricrederci. Come dire… “tra il dire e il fare…”.

Per me, semplificando, due sono le strade principali per raggiungere l’obiettivo: una, lunga e faticosa, costellata di onestà, sacrificio, impegno, forza di volontà, determinazione, pazienza… e l’altra, all’apparenza più corta, costellata di sotterfugi, menzogne, prevaricazioni, favoritismi, mancanza di scrupoli e via dicendo che identifica la scorciatoia come la strada più breve per rincorrere il successo.

Qual è quella più efficace?

Personalmente, in considerazione dei valori che mi hanno trasmesso i miei genitori, propendo per la prima. Il mio viaggio, seppure costellato di illusioni, sogni a volte abbozzati e mai decollati, vane promesse, errori di valutazione, sacrifici, rimpianti e potrei continuare all’infinito… avrebbe potuto toccare mete prestigiose, ma anche non iniziare. Nella consapevolezza di avere tanto da rimproverarmi e perdonarmi, e nello stesso tempo tanto altro per cui congratularmi con me stesso, non rimpiango la strada percorsa ma soltanto il modo in cui ho affrontato gli ostacoli presenti sul cammino. Dovrei essere in pace con la mia coscienza perché non ho mai mollato, ma il rimpianto è comunque nella natura stessa dell’uomo. Avrei dovuto fare una scelta diversa? Ma sarebbe stato un fallimento totale perché non era nelle mie corde!

L’altra opzione, ovvero quella che fa dell’arrivismo una ragione di vita, come già detto farcita con sotterfugi, menzogne, prevaricazioni e via dicendo, si adatta alle persone prive di scrupoli e agli “squali” che, pur di arrivare al successo, sono pronti a mettere sotto i piedi qualsiasi principio morale e a banchettare sulle spoglie delle loro vittime.

A prescindere dall’efficacia, credo che la scelta sia legata esclusivamente al bagaglio valoriale di ognuno, all’indole e alla propria coscienza.

Non volendo esprimere alcun giudizio moraleggiante auguro a tutti di fare una scelta di cui non debbano pentirsi poi.

Una curiosità che mi piacerebbe soddisfare, prima di chiudere, è quella di poter conoscere la risposta di ognuno, una volta giunti a fine corsa, alla domanda: <<Ne valeva la pena?>>

Chiaramente l’utopia mal si concilia con la realtà del nostro mondo e, pertanto, terrò per me la mia curiosità.

Luigi Lavorgna

Liste di Natale

Le festività natalizie sono alle porte. Ciononostante, considerato l’attuale clima ambientale, quell’attesa gioiosa e carica di aspettative che apriva il mio cuore di ragazzino alla speranza, ahimè, è soltanto un ricordo associato a tanti rimpianti. Davanti ai miei occhi scorrono le immagini di un tempo che fu, con me indaffarato a fare il presepio: caccia al muschio sbirciando in luoghi impervi, ricerca di cortecce di albero adatte a fare le capanne e, infine, caccia al pastorello. Mi ero ripromesso di aumentare di una unità la mia collezione di statuine ogni anno.

Tempi felici e spensierati, carichi di emozioni… la Messa di mezzanotte il 24 dicembre, il pranzo del Natale più ricco del solito, gli auguri ai parenti, la lettera sotto il piatto di mio padre che puntualmente fingeva di essere sorpreso e via dicendo. Natale era anche il giorno delle solenni promesse. Entravo nel clima natalizio qualche settimana prima, allorquando stilavo due liste: la Lista dei desideri e la Lista dei buoni propositi.

Nella prima esprimevo i miei “desiderata” e nella seconda tutti i buoni propositi. Questi ultimi, da ribadire a Capodanno. Credo che la lista dei buoni propositi fosse una sorta di do ut des finalizzato a compensare l’eventuale appagamento dei miei desideri.

Non rammento del tutto il contenuto della lista dei desideri, ma credo di non sbagliare troppo affermando che contenesse richieste quali regali, qualche soldino, una bella nevicata per giocare a palle di neve e il prolungamento delle vacanze a scuola. Per quanto concerne i buoni propositi, tutto ruotava intorno a solenni promesse e giuramenti di non far arrabbiare i miei genitori, di studiare con costanza, di andare a messa la domenica con continuità e via di questo passo.

Che dire ancora? Altri tempi, altra ambientazione, il futuro era percepito così roseo che più roseo non si può, la voglia di fare grandi cose, di vivere una vita degna di essere vissuta…

Oggi?! Beh, meglio soprassedere!

Luigi Lavorgna

È tempo di morire?

   In questi giorni di paura, di confusione, di disorientamento… la domanda sorge spontanea: è tempo di morire?

   Il mio stato d’animo è variabile, molto simile alle montagne russe. Dalla disperazione più profonda alla speranza, il passo breve; così come dalla malinconia alla gioia, dall’abbattimento all’esaltazione… Sono sconcertato. Sto vivendo momenti allucinanti in cui la mente è obnubilata e il parossismo la fa da padrone.

   Mi impongo di essere lucido e razionale ma, come spesso accade nella mia vita, ancora una volta predico bene e razzolo male.

   Vorrei… a quanti sogni, quante promesse, quanti giuramenti ho associato questa parola! Purtroppo, attualmente, posso abbinarla solo alla voce rimpianto.

   A volte penso che l’altro che alberga dentro di me e che per mia ignavia non ha mai avuto la possibilità di evadere dalla prigione nella quale lo avevo confinato, in qualche modo abbia trovato il mondo di prendersi una rivalsa.

   È forse arrivato il tempo di essere punito per le mancanze verso me stesso? Mi sarà concesso di espiare, prima di morire? È tempo di morire?

   Confesso di avere paura di scoprire la risposta.

Luigi Lavorgna

Sono stanco

   Sono stanco di promesse mai mantenute, di giuramenti mai onorati, di giornate sprecate, di cose iniziate e mai portate a termine, di certezze granitiche sgretolate dal tempo e dall’ignavia.

   Sono stanco di vivere frammenti di vita… di una vita a rate costellata di scadenze, di frustrazioni, di illusioni e disillusioni, di infinite menzogne dette a me stesso.

   Sono stanco di non riuscire a dare una svolta ad una vita che immaginavo diversa; sono stanco di dover ammettere di non essere stato all’altezza di potenzialità mai sfruttate, di non aver trovato la forza di dare una svolta, di virare verso il mare aperto, di non avere trovato continuità nell’azione…

   Sono stanco di ammazzare il tempo… di predicare bene e di razzolare male.

Luigi Lavorgna