Questo post su Facebook ha attirato la mia attenzione e dal momento che trattava un argomento al quale sono molto sensibile ho deciso di citarlo integralmente sul mio blog. Per me personalmente. a prescindere dalle tesi del prof Galimberti e del Guasti che, tra l’altro in alcuni punti convergono, è difficile esprimere un giudizio definitivo pro o contro la tesi galimbertiana che definisce la tecnica come la forma assoluta di razionalità, prima perché in tema di filosofia sono un dilettante e secondo per il fatto che, sempre secondo me, in ogni cosa convivono i pro e i contro.
Ad ogni modo, ecco il post del Guasti:
<<Ho sempre voluto fare questa domanda al Prof Galimberti, che stimo, ma nonostante due sue conferenze, a cui ho assistito non ce l’ho fatta.
La domanda è questa:
Prof Galimberti lei definisce la tecnica come la forma assoluta di razionalità; sotto di lei ci sta la tecnologia, l’economia, la politica ecc.
Secondo il suo pensiero, la tecnica disumanizza l’uomo, esso diventa un mezzo e non più un fine della tecnica, in essa non c’è fine se non solo quello di autopotenziarsi.
Questo suo pensiero lo condivido in parte.
Un domani se l’uomo potrà sconfiggere il cancro, sarà per la tecnica, se un domani si potrà trapiantare organi malati con artificiali, sarà per la tecnica e infine se un domani l’uomo potrà abbandonare una terra morente grazie a astronavi, sarà per la tecnica.
La tecnica a mio avviso come concetto filosofico ha due facce. E non mi riferisco al caso del uso buono o cattivo che ne fa l’uomo, la tecnica come concetto a sé non distingue la bomba nucleare dalla modifica del genoma umano; e se invece fosse la tecnica il passaggio da homo sapiens a homo sapiens sapiens?
Se poi si mette l’etica e la morale come cinghie direzionali alla tecnica, così umanizzandola e riconquistando il primato umano, c’è un grosso problema: chi dice cosa è giusto, cosa è sbagliato? E questo può valere per tutti? come se la legge morale sia dentro ognuno di noi, così diceva Kant, ma se è dentro di me non può essere universale perché ognuno di noi è un io specifico.
Il pensiero del prof Galimberti sulla tecnica lo condivido, così come il pensiero dei filosofi che cita ,ma è un pensiero totalmente negativo; invece penso che nel marcio ci sia qualcosa di positivo ed sarà quello alla fine a fare sviluppare l’uomo e le sue conoscenze . Come ben ricorda il prof Galimberti l’uomo non ha istinto, l’animale si; L’uomo ha la tecnica ed è quella che tra errori e cose giuste ci porterà sviluppo e conoscenza.
Sottolineando che il pensiero svolto da Galimberti lo condivido totalmente, ma considero il tema non trattato in modo esaustivo, Galimberti ci fa vedere un lato della medaglia sottolineandone la negatività, in una visione pessimistica ma manca l’altra parte.
Se l’animale è istinto e vive nella natura in modo armonioso, l’uomo è tecnica e sperimenta il mondo andando avanti la sua conoscenza non si appaga indipendentemente da letture socio economiche.
La tecnica è il destino dell’uomo.>>
[Gaetano Guasti]