Mah?!

Stamattina, io e mia moglie – saranno state le dieci – percorrevamo in macchina il viale di una cittadina. Poco traffico, poche persone sui marciapiedi…

Andavo a circa quaranta all’ora quando, all’improvviso, un lui e una lei, entrambi sulla quarantina, attraversano la strada a circa venti metri da noi con molta nonchalance. Ah, chiarisco che era un attraversamento dove non c’erano strisce pedonali. Ovviamente tutto nella norma, ci può stare. Ci mancherebbe. Il problema, però, è che infischiandosene della macchina in arrivo, lui con la mano in tasca e una quarantottore nell’altra, lei avvinghiata al suo braccio come se temesse di perderlo, avevano un’andatura da far invidia alle lumache… Naturalmente, ho rallentato, ho bloccato la macchina, aspettato i loro comodi e poi sono ripartito.

Che dire? Mah!? C’è poco da dire: il rispetto è una parola che ormai è stata cancellata dal vocabolario. Quotidianamente nelle vie cittadine si assiste ad una “corrida” tra automobilisti e pedoni. A volte soccombe l’uno, a volte l’altro. E intanto investimenti, tamponamenti, scontri e quant’altro sono all’ordine del giorno. Sembra quasi che la vita umana non abbia più alcun valore.

Dei valori.

Ontologia psicoanalisi logica. Università degli studi di Verona. Psicoanalisi didattica

Tutta la forza della vita è fuggita nel denaro. Il trapasso in esso della forza vitale è il fenomeno fondamentale davanti al cui trauma, ancora inassimilato, si ferma sbigottita l’anima moderna. La scherzosa battuta che il ricco è diverso dal povero appartiene al demoniaco. Ma tale è il mondo. Per intanto il denaro lo sconsacra e ne fugge il mistero che ieri ci ingannò. La dissacrazione dei valori trova nel valore del denaro l’effettivo valore. Il fallimento del bene, che ha rivelato nel frattempo la sua impotenza, rafforza l’imperio di quello che in un baleno può realizzare ogni sogno. Sotto l’ala del meglio si confortono solo le anime candide che vi si rifugiano dopo le bastonate ricevute. Eppure il bene oggettivato viene fuggito come la peste, incarnato com’è nel denaro che non perdona. Attraverso l’unione ansitotica di valore e denaro appare il movimento reale del bene che però non viene…

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I mali del nichilismo

A me sembra di poter riassumere tali mali e i vari travestimenti nichilistici dei valori perduti a essi connessi nel numero di dieci, nel modo che segue:

  • Lo scientismo e il ridimensionamento in senso tecnologico della ragione dell’uomo;
  • L’ideologismo assolutizzato e la dimenticanza dell’ideale del vero;
  • Il prassismo, con la sua esaltazione dell’azione per l’azione e l’oblio dell’ideale della contemplazione;
  • La proclamazione del benessere materiale come surrogato della felicità;
  • Il dilagare della violenza;
  • Lo smarrimento del senso della forma;
  • La riduzione dell’Eros alla dimensione del fisico e la dimenticanza della platonica “scala d’amore” (e del vero amore);
  • La riduzione dell’uomo a un’unica dimensione e l’individualismo portato all’eccesso;
  • Lo smarrimento del senso del cosmo e dello scopo di tutte le cose;
  • Il materialismo in tutte le sue svariate forme e il connesso oblio dell’essere.

[Giovanni Reale – Saggezza antica]

Amor, ch’a nullo amato amar perdona

Chi non ricorda questo celeberrimo verso n 103 dell’Inferno, parte prima della “Divina Commedia”, di Dante Alighieri, poeta “sommo”.

Da studente, ricordo che La Divina Commedia per molti rappresentava uno spauracchio, però, quando il prof ci parlò di Paolo e Francesca, relegati da Dante tra i lussuriosi, diventammo attentissimi. Nonostante la parola amore abbia diverse accezioni, per noi adolescenti negli anni sessanta-settanta, il binomio sesso/amore era prevalente nella nostra immaginazione. Sguardi allusivi, parole scambiate sottovoce, cenni d’intesa…

<<Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.>>

Memorizzammo in un battibaleno. Anche la parafrasi non ci creò alcuna difficoltà. Del resto il prof diede il meglio di sé: <<l’amore, che non consente a nessuno che sia amato di non ricambiare, mi prese per la bellezza di costui con tale forza che, come vedi, non mi abbandona neppure adesso.>>

In pratica si trattava di un connubio fra amore e sensi che tocca l’apoteosi… l’amore nulla nega all’amore, e l’amore che nega se stesso non può essere considerato amore.

Credo che, all’unanimità, noi maschietti immaginammo di trovarci al posto di Paolo, anche se l’epilogo di questa simbiosi tra amore e lussuria è tragico.

Nel corso degli anni questo verso spesso è riemerso dai ricordi, stimolando ogni volta delle riflessioni, soprattutto quando incappavo in delusioni amorose.

A prescindere dalla lettura che si voglia fare, si tratta pur sempre di un conflitto tra precetto religioso e impeto naturale dell’amore.

Francesca, essendo sposata, può amare solo suo marito; ma la forza della passione che surclassa i sensi la costringe a ricambiare l’amore sincero di Paolo.

Del resto, non c’è nulla da obiettare: se è vero amore, si pretende l’esclusiva, in barba a qualsiasi precetto. Non a caso, “non amiamo più nessuno quando amiamo”. Un amore di tale intensità, resiste anche dopo la morte.

“Mezzo passo fatto un po’ in anticipo o un po’ in ritardo…”

Non so cosa dirvi davvero… tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi… o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei, credetemi… e possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta, io però non posso farlo per voi sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso… certo che… ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare, si perché io ho sperperato tutti i miei soldi. Che ci crediate o no, ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete, col tempo, con l’età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri; e così è il football, perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine d’errore è ridottissimo. Capitelo: mezzo passo fatto un pò in anticipo o un pò in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa, ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire, e voglio dirvi una cosa, in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere un esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì. In questo consiste, è in quei 10 centimetri davanti alla faccia. Ma io non posso obbligarvi a lottare, dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi e io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò, o noi risorgiamo adesso come collettivo o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare? Ogni maledetta domenica si può vincere o perdere, l’importante è vincere o perdere da uomini.

[Dal film Ogni maledetta domenica, interpretato da Al Pacino]